Tutta la Gallura si commuove per la morte di monsignor Pittorru

Il lutto per la scomparsa di monsignor Giovanni Maria Pittorru.

Dopo la breve malattia, all’alba do oggi è morto monsignor Giovanni Maria Pittorru.

Nato il 27 agosto del 1956, a Sant’Antonio di Gallura, allora comune di Calangianus, era sacerdote da 35 anni, ordinato nella sua parrocchia di origine dal compianto cardinale Ugo Poletti il 30 giugno del 1985. Dopo gli anni del seminario diocesano e regionale a Cagliari, fece gli studi teologici a Roma presso l’Università Gregoriana, come alunno dell’almo Collegio Capranica. Venne incardinato nella Diocesi di Roma, dove con vari uffici svolse il suo ministero dal 1985 al 2010, quando, accolto dal Vescovo diocesano Monsignor Sebastiano Sanguinetti tornò nella sua diocesi di origine, Tempio-Ampurias, dove negli ultimi dieci anni ha svolto diversi uffici.

Dal 2010 al 2016 è stato parroco a Castelsardo. Nel 2016 è stato trasferito a Tempio, come parroco della Parrocchia di San Giuseppe. Dal settembre del 2019, con la costituzione del Vicariato Urbano di Tempio, che ha unito pastoralmente le tre parrocchie cittadine – Cattedrale, San Giuseppe e Sacro Cuore – è divenuto canonico parroco della cattedrale e della altre due parrocchie, con l’aiuto di due collaboratori, don Giorgio Diana e don Cesare Nicolai. Oltre a tali incarichi ha anche ricoperto per qualche tempo il compito di Direttore della Caritas Diocesana. Era membro del Consiglio Presbiterale diocesano e del Collegio dei Consultori, oltre che delegato vescovile per il Diaconato permanente.

“Quella di monsignor Pittorru – ha detto il vescovo, monsignor Sebastiano Sanguinetti – è una grave perdita per il clero diocesano, per la diocesi e per la città di Tempio Pausania. Ancora nel pieno delle forze, aveva iniziato il nuovo incarico con intelligente entusiasmo e generosa dedizione, instaurando una gioiosa e feconda collaborazione con i due giovani sacerdoti. Con gli anni, come già a Castelsardo, la città di Tempio aveva imparato a conoscerne e apprezzarne le grandi doti di sacerdote, a intravvedere dietro l’apparente scorza di severità una straordinaria attitudine all’ascolto e all’accompagnamento spirituale, una grande sensibilità umana e sacerdotale, una naturale inclinazione verso i poveri e le persone bisognose. Insomma, un grande pastore, di grande cuore, di grande cultura, efficace nella predicazione e generoso nel darsi agli altri. Ci mancherà molto. Tuttavia, viviamo nelle fede e nella speranza il doloroso distacco.”.

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