San Pantaleo, gli abitanti orfani del mercatino perduto: “Era un motivo d’orgoglio”

San Pantaleo senza mercatino, parlano gli abitanti

di Carolina Bastiani

Tanto è stato scritto sul mercatino di San Pantaleo ma, oltre la lotta tra ambulanti e Comune di Olbia, ci sono anche gli abitanti del borgo. Le testimonianze raccolte mettono in luce disagi e difficoltà, ma anche vantaggi e benefici ad esso connessi. “Sarei favorevole al ritorno del mercatino, ma…”. Il desiderio di ripristinarlo è forte, purché siano rispettate certe condizioni. Secondo Marco Cucciari “il mercatino ci vuole per il bene del paese, ma ci vogliono le regole; così, senza controllo è molto pericoloso”. Deve essere sicuro sotto il profilo della viabilità e servono parcheggi, bagni pubblici, pronto soccorso e una presenza efficace dei vigili urbani.

Le proposte dei residenti

Tra le proposte avanzate dai cittadini spiccano l’attivazione delle navette, la riduzione delle bancarelle, l’introduzione del numero chiuso per i turisti e la riapertura della sede di pubblica assistenza. In merito alla gestione fisica e temporale degli stalli, c’è “l’esigenza di dislocarli in maniera più calata nel contesto, provando ad allargarne la ripartizione anche al di fuori dell’area centrale, ovviamente adeguandola alla viabilità”. Secondo Caterina Giagoni, invece, è importante che il mercatino sia presente durante tutto l’anno: “ogni paese ha un mercato ed è fondamentale averlo. Consideriamo soprattutto gli anziani, che hanno più difficoltà a spostarsi. Vorrebbero una scelta in più di formaggi, fiori, frutta e verdura, ma a San Pantaleo questo non è più possibile”.

A tal proposito, non bisogna trascurare nemmeno l’aspetto della socialità. Il mercatino è luogo di incontro tra persone, non solo tra domanda e offerta commerciale. Un tasto dolente, a detta di molti, è il comportamento degli ambulanti. Alcuni si sono mostrati arroganti sia nei confronti dell’ambiente sia nei confronti dei titolari di negozi e bar. Questi ultimi hanno assistito spesso a episodi di maleducazione e sono stati costretti a raccogliere rifiuti abbandonati nella piazza della Chiesa e nelle vie adiacenti.

“Un mercato di prodotti sardi”

Memori del cosiddetto “mercatino artistico”, alcuni auspicano il ritorno di un mercato di qualità in chiave locale. “Sarebbe bello un mercato di prodotti sardi, come miele, torrone, tessuti e oggettistica. È giusto dare spazio anche ad ambulanti provenienti da fuori, ma andrebbe prediletta un’esposizione regionale”. L’obiettivo è quello di migliorare un’offerta ritenuta tendenzialmente ordinaria, con articoli facilmente reperibili ovunque. Tuttavia, al di là della merce proposta, il mercatino viene visto come un ambiente che, comunque, continua a conservare un fascino vivace e colorato. Non va sottovalutato nemmeno l’impatto negativo che l’assenza del mercatino ha sulle attività commerciali, in una terra che vive prevalentemente di turismo estivo.

Eppure, senza ipocrisie, diversi commercianti, tra cui Andrea Casalloni, hanno dichiarato che la perdita del mercatino ha causato dispiacere anche dal punto di vista identitario: “il mercatino per noi è stato un motivo di grande orgoglio, perché in qualche modo ha consentito al paese di affermarsi e confermarsi come punto di riferimento anche a livello internazionale”. In conclusione, ciò che serpeggia è la sensazione che il paese sia schiacciato tra le ragioni degli ambulanti e quelle del Comune di Olbia. Ma forse, a questo punto, è ora di ammettere che il mercatino non è replicabile lontano da San Pantaleo. La cornice offerta dalle sue maestose rocce, dalla piazza con i suoi oleandri, dai curatissimi edifici e dall’ospitalità delle persone del posto è ciò che ne garantisce il successo e la sopravvivenza.

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