In tantissimi ancora intrappolati in Corsica senza navi per Santa Teresa

Il rimpatrio sembra impossibile

Sono ancora tanti i sardi bloccati in Corsica durante l’emergenza coronavirus e impossibilitati a tornare dalla chiusura dei porti isolani. A fronte delle trenta persone che in queste ore stanno tornando in Sardegna passando per Livorno, ci sono ancora decine di lavoratori sardi che si trovano in varie parti dell’isola francese, con vistosi problemi di collegamento verso i porti. Lanciano dunque l’appello al presidente Christian Solinas per il rimpatrio.

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A lanciare l’appello è Stefania Orrù a nome di un gruppo che raccoglie oltre cinquecento sardi in Corsica. “Quasi nessuno di noi si aspettava uno stato di isolamento così stringente in così poco tempo – ci dice – e chi era qui per lavorare o per altri motivi non ha potuto lasciare la Corsica con quella traversata dell’ultimo minuto di domenica scorsa da Bonifacio a Santa Teresa”.

La lettera, indirizzata alla Regione e al suo presidente Christian Solinas, denuncia l’impossibilità degli appartenenti alla comunità sarda in Corsica di tornare in Sardegna. “Nel modulo messo a disposizione dalla Regione Sardegna sul suo sito internet – spiega la lettera – è necessario indicare la data di partenza, una data che noi in Corsica non possiamo inserire, poiché i collegamenti sono stati del tutto tagliati”.

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“Quello che chiediamo è la messa a disposizione di un traghetto con un sufficiente preavviso affinché le persone possano organizzarsi per tempo e – ci spiega – raggiungere i porti, spesso distanti anche oltre duecento chilometri”. Nella sua lettera, Orrù fa anche riferimento all’operazione di rimpatrio dalla Cina avvenuta nelle prime fasi dell’emergenza coronavirus e si chiede come sia possibile che non si riesca a organizzare un’operazione simile per coloro che abitano e lavorano “in quell’isola giusto accanto alla Sardegna.”

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