Tamponi e test sierologici, laboratori in funzione in Sardegna: quali sono le differenze

La differenza tra test sierologici ed i tamponi.

Oltre ai famosi tamponi, i test sierologici rappresentano un’ulteriore arma per rilevare chi è positivo o ha contratto il coronavirus. Anche se i tamponi sono più accurati uno dei grossi limiti è il tempo impiegato per effetuare il test, oltre alla scarsità di reagenti e materiale se si pensa a degli esami su larga scala. Ad Olbia ad esempio, già da circa una settimana si stanno già utilizzando questi test rapidi per avere un primo riscontro per poi sottoporre i pazienti tampone nasofaringeo per la conferma.

Nelle ultime settimane anche la Sardegna sta adottando quindi i test sierologici, per avere un primo screening sui casi sospetti di coronavirus. Una misura che potrebbe essere un aiuto fondamentale per la fase 2 e che permetterebbe così di avere un controllo quasi immediato sui possibili contagi.

Non tutti i test sierologici però sono uguali e varia anche la loro precisione. Proprio l’affidabilità è uno dei dubbi più grandi anche per il Comitato tecnico scientifico che è chiamato a definire le caratteristiche che dovranno avere i test. Anche se come detto non sono tutti uguali, il funzionamento del test rapido è molto simile. Il kit è composto da un piccolissimo ago che, premuto sul dito, fa uscire una goccia di sangue per l’analisi.

Il test quindi reagisce per rilevare gli anticorpi: le immunoglobine IgM e IgG che faranno colorare le linee del test a seconda dei casi. Se il nostro organismo produce IgM infatti è probabile che siamo in una fase iniziale dalle malattia, mentre se il test riscontra la presenza di IgG è probabile che la malattia sia in uno stadio più avanzato, oppure siamo già guariti.

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