L’8 marzo delle donne in Gallura lasciate fuori dalla politica e vittime di violenze in famiglia

La condizione delle donne in Sardegna e in Gallura.

Otto marzo, c’è da festeggiare? La risposta è negativa, considerando le difficoltà che ancora oggi attraversano le donne in tutti i campi della società. Dalla violenza di genere al mondo del lavoro, anche in Sardegna e in Gallura le donne non se la spassano bene.

Partendo dalla violenza maschile contro le donne, la Sardegna è tristemente seconda nella classifica nazionale delle regioni per femminicidi. A dispetto del resto dell’Italia, infatti, il numero degli omicidi con vittime di sesso femminile sono in crescita. In Gallura, fortunatamente, non si è registrata alcuna donna uccisa negli ultimi due anni, ma i reati come stalking, maltrattamenti domestici e violenze sessuali non sono in calo nemmeno nel territorio. Nel 2019, infatti, le donne seguite al centro antiviolenza di Prospettiva Donna erano 150, mentre nel 2020, con il lockdown, le richieste di aiuto sono raddoppiate.

Anche in Sardegna e in Gallura, il mondo del lavoro per le donne è ancora un ostacolo. Secondo l’Istat, l’occupazione femminile è più bassa rispetto alla media nazionale (45,1% contro il 50%). In provincia di Sassari il tasso di disoccupazione femminile, nel 2019, era al 14,6%, la percentuale più alta dopo il Sud Sardegna (19,5%) e Cagliari (14,9%). Tuttavia, il territorio di Sassari e della Gallura ha, dopo Cagliari, il numero più alto di imprese rosa. Sono, secondo Confartigianato, 12.652 di cui 2.075 artigiane (16,4%) le donne che hanno deciso di aprire un’azienda.

Un dato negativo è quello che riguarda la salute delle donne galluresi. Secondo un rapporto stilato dall’Isde (Associazione italiana medici per l’ambiente), in tutti i distretti della Gallura, la mortalità interessa sopratutto le donne. Il report ha rilevato un eccesso significativo di morti femminili per patologie, rispetto agli uomini e rispetto al resto della Sardegna, con la città di Olbia che registra un eccesso del 6,1% sui decessi osservati. A Olbia si muore soprattutto per malattie dell’apparato genito-urinario (67,7%), mentre il territorio di Tempio registra un dato drammatico di donne morte per cause mal definite (194,8%).

Per quanto riguarda altri campi come la politica, solo 2 comuni su 21 in Gallura sono guidati da donne, in ambito medico, la Sardegna è la regione con più donne nel personale sanitario, che sono la maggioranza anche nell’Ordine dei medici di Sassari, ma ai vertici delle aziende sanitarie nell’Isola sono 5 i direttori generali donne su 13.

Male per quanto riguarda la percentuale delle manager di sesso femminile nelle aziende, dove la regione occupa è quintultima, ovvero al 16mo posto nella classifica italiana del 2020. Sono soltanto 71 su un totale di 321 dirigenti le donne che dirigono le aziende private della regione, ovvero solo il’11,4% del totale. Nella classifica nazionale di 101 province, Sassari, con 17 donne manager ed è soltanto 76esima. Ma c’è un dato positivo: nell’Isola, nel 2020, anno della pandemia, sono cresciute del 18,3% rispetto al 2019, mentre il numero totale dei dirigenti è aumentato solo del 2,08%.

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