A Olbia il ricordo delle vittime delle Foibe
A Olbia si è celebrato il ventennale della commemorazione dei martiri delle Foibe. Un momento di riflessione e memoria dedicato alle vittime della tragedia che ha colpito decine di migliaia di italiani nei territori di confine di Istria e Dalmazia tra il 1943 e il 1947. La cerimonia, tenuta nella Piazza intitolata al Capitano Ennio Roych – uno dei 145 sardi caduti durante quella pulizia etnica – è stata un’occasione per ricordare la storia senza che venisse condizionata da coloriture politiche. Ennio Roych, originario di Olbia, era un uomo di 46 anni quando perse la vita durante la strage delle Foibe. Il suo sacrificio, come quello di altri 145 sardi, è oggi commemorato in questa piazza che porta il suo nome, diventando un luogo di memoria e di incontro per la comunità locale.
La funzione religiosa, officiata da don Gianni Satta, parroco di San Paolo Apostolo, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, forze dell’ordine e rappresentanti istituzionali. Un mazzo di fiori è stata posto sulla targa dedicata a Roych, simbolo del dolore e della resistenza di chi ha subito quell’atroce pagina della storia italiana. Il senatore Giovanni Satta, presente all’evento, ha ribadito l’importanza di questa commemorazione: “Per 50 anni questa tragedia è stata dimenticata per motivi ideologici. Oggi, grazie alla legge del 2004, possiamo finalmente onorare le vittime senza distinzioni né etichette”.
La partecipazione del Comune
La vice sindaco di Olbia, Sabrina Serra, ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’amministrazione comunale nel preservare questa memoria storica. “Siamo qui per ricordare”, ha dichiarato, “ma soprattutto per informare le giovani generazioni. Vorremmo poter commemorare entrambe le giornate – il 27 gennaio, Giornata della Shoah, e il 10 febbraio, Giorno del Ricordo – in un’unico giorno a scuola. Non ci possono essere differenze tra le atrocità umane; tutte devono essere conosciute e combattute”. Questo obiettivo è stato portato avanti con determinazione da figure come Maria Grazia De Filippi, compianta attivista, insegnante, che ha lavorato intensamente per far emergere questa memoria negli ambienti scolastici. “Maria Grazia è stata fondamentale”, ha ricordato Sabrina Serra, “per garantire che questa parte della storia arrivasse ai giovani. Ora dobbiamo continuare il suo lavoro”.
Il ricordo a Olbia
Il Giorno del Ricordo, istituito con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, commemora non solo gli italiani caduti, ma anche tutte le vittime innocenti di quel periodo oscuro. Secondo le stime storiche, circa 300.000 persone furono deportate, mentre il numero dei morti è ancora imprecisato ma varia dai 7.000 agli 11.000. Per questa commemorazione fu scelto il 10 febbraio, data della firma dei trattati di pace di Parigi del 1947. Con questi trattati si assegnavano i territori dell’Istria, della Dalmazia e della città di Fiume alla Jugoslavia, costringendo intere comunità italiane all’esodo immediato. Senza voler stabilire paragoni, il senatore Giovanni Satta ha fatto notare che “anche se ogni tragedia è unica, non possiamo permettere che alcune vengano dimenticate o trascurate. I morti delle Foibe meritano lo stesso rispetto e riconoscimento riservato ad altre vittime della storia”.
Marco Buioni, da anni sostenitore dell’iniziativa, ha espresso gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile la commemorazione: dalle forze dell’ordine presenti, all’amministrazione comunale e ai cittadini che hanno partecipato con cuore aperto. “Resta fondamentale informare le nuove generazioni affinché conoscano e comprendano queste tragiche pagine della storia per evitare che gli errori del passato si ripetano” ha concluso. “Non possiamo cambiare il passato ma possiamo imparare da esso per costruire un futuro migliore”.