Golfo Aranci, il consiglio comunale unanime, la svolta sul semaforo di Capo Figari

esposto capo figari sardegna rubata e depredata golfo aranci consiglio comunaleCapo Figari - Foto: pagina "Sardegna rubata e depredata"

La svolta su Capo Figari nel consiglio comunale di Golfo Aranci.

L’unico punto all’ordine del giorno del consiglio comunale di Golfo Aranci ieri sera era quello voluto dall’opposizione comunale sul “no” all’albergo a Capo Figari. Un consiglio di 2 ore e 20, con una breve sospensione per la proposizione di un emendamento del sindaco e un coro unanime di NO, con motivazioni convergenti su due punti fondamentali. La fruibilità dell’area da parte di tutti, e la presenza di un museo dedicato all’esperimento di trasmissione di onde radio di Guglielmo Marconi, ormai 91 anni fa.

Il sito, attualmente, è in rovina, e il concessionario lo sta mettendo in sicurezza.

Il dibattito su Capo Figari nel consiglio comunale.

Ad aprire il consiglio comunale il sindaco Mario Mulas: “Capo Figari è l’emblema di Golfo Aranci, un patrimonio dell’umanità – il suo esordio -. Da lì è avvenuto uno sconvolgimento positivo del mondo e abbiamo il dovere di valorizzarlo”. Poi il sindaco è entrato nel vivo del fraintendimento con la regione: “Abbiamo appreso che quello che ritenevamo una bozza fosse diventato l’unica idea di progetto e abbiamo espresso perplessità alla regione sulla possibilità della creazione di un albergo. Accoglieremmo volentieri un museo dedicato a ciò che è successo lassù anni fa e alla vicenda di Guglielmo Marconi e una mediateca. Vorremmo che fosse garantita la prevista fruibilità pubblica 24 ore su 24, accetteremmo, eventualmente, un punto ristoro”.

La controproposta del concessionario è irricevibile: “Il concessionario si è dimostrato da subito molto disponibile e ha proposto di creare un museo e di cederlo in gestione al Comune per 300mila euro. Ma noi abbiamo firmato un’intesa per la valorizzazione del bene e la conservazione dello stile architettonico. Non abbiamo firmato per permettere a qualcuno di specularci” – conclude Mulas.

Interviene l’opposizione.

E’ intervenuto poi il consigliere di opposizione Giorgio Muntoni: “Ne parliamo con qualche anno di ritardo – ha affermato -. Il Semaforo di Capo Figari è un monumento, un bene storico e identitario. Le 55mila firme raccolte dal comitato Maremosso dimostrano quanto ci tenga la popolazione. Noi abbiamo sempre sostenuto che semaforo e batteria dovessero restare beni pubblici gestiti dal comune. Come è possibile che una ipotesi progettuale che non risponde alle prescrizioni dei ministeri coinvolti sia arrivata fin qui? Gli immobili devono passare al comune. I tecnici devono studiare il modo di proporre una revoca in autotutela di questo bando di gara e il bene deve essere assegnato al comune”, ha concluso Muntoni.

Il retroscena di Fasolino.

Tra gli interventi, quello di Giuseppe Fasolino, in rappresentanza della giunta regionale: “La scelta è stata fatta dalla precedente giunta regionale nel 2017, quando decise di aderire a un progetto del governo Renzi sulla valorizzazione di tutti i fari d’Italia come patrimonio nazionale – chiarisce -. Sono perfettamente d’accordo con Muntoni: questo bene doveva essere assegnato al comune di Golfo Aranci”.

“Quando ero sindaco a Golfo Aranci – racconta l’ex sindaco Giuseppe Fasolino -, ho fatto per ben tre volte la richiesta alla regione. Per tre volte ricevuto diniego: la motivazione era legata al fatto che il bene fosse inserito all’interno della conservatoria delle coste, che è un’agenzia regionale, che si occupava dei beni inalienabili. Dai beni del demanio è stato spostato con una delibera nel patrimonio disponibile della regione. Gli interlocutori della regione ci dissero che anche loro avevano pensato alla nostra stessa idea, della creazione di un museo fruibile da tutti. E che l’avrebbero realizzata. Fummo soddisfatti, quindi non ci preoccupammo più di tanto. Invece oggi la situazione è questa”.

Il progetto che non c’è.

Il progetto definitivo non esiste ancora: “Ma un progetto non c’è ancora – spiega Fasolino -. C’è un’idea di progetto. Se vogliono fare delle stanze dove allora c’erano gli alloggi, non mi preoccupa, ma l’importante è che il bene sia fruibile pubblicamente e ci sia il museo. Oggi non c’è ancora un progetto, ed è fondamentale tutto quello che è successo, – manifestazioni, raccolta firme e consiglio comunale dedicato -. Tutto ancora è possibile“.

“Ma per prima cosa – prosegue Fasolino -, il consiglio comunale deve decidere cosa vuole fare. C’è una procedura in corso, è molto difficile fermarla, ma una volta tanto c’è un golfoarancino in regione e forse questo potrebbe incidere sula volontà della regione stessa. Ma per prima cosa noi dobbiamo decidere cosa vogliamo fare. Il bene non si può lasciare così. Cerchiamo di capire cosa vogliamo farne, mandiamolo per iscritto alla regione e vediamo. Ma quell’idea di progetto non può essere portata avanti. La sovrintendenza dovrà chiarire cosa farebbe se il progetto definitivo fosse quello”.

Anche tecnicamente il progetto in fieri sembra improponibile.

Il sindaco Mulas ha chiamato ad intervenire il geometra Giuseppe Pellegrino, che ha chiarito che il progetto, dopo aver ottenuto la concessione dal demanio, dovrà essere sottoposto, per legge, in sede di conferenza di servizi, anche al comune, e in particolare ai tecnici dell’urbanistica, che per via delle norme del piano urbanistico comunale non potrebbero far altro che respingerlo. Sono emersi, durante il consiglio comunale, anche altri rilievi tecnici che lasciano molte perplessità. Col bando, la sovrintendenza aveva disposto numerose prescrizioni disattese dall’idea di ristrutturazione del concessionario. Tra queste il divieto della creazione di piscine, previste nella batteria Serra, e la fruibilità dall’esterno dell’area, che invece il concessionario parrebbe voler recintare.

La delibera all’unanimità.

Il consiglio comunale ha infine deliberato con esecutività immediata, all’unanimità, la contrarietà alla costruzione di un albergo a capo Figari e la volontà che sia assegnato al comune, dando mandato al sindaco, previa consultazione della costituenda commissione ad hoc, di intraprendere tutte le iniziative necessarie al raggiungimento dell’obiettivo.

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