Il paradosso di Cala Coticcio, denunciato il volontario che la tiene pulita

Denunciato il volontario che pulisce Cala Coticcio, non può andarci senza guida.

L’attivista ambientale volontario di La Maddalena Gianpiero Carcangiu, spesso sulle cronache per le sue attività quotidiane di cura e pulizia delle spiagge dell’Arcipelago, e in particolare Cala Coticcio, è stato denunciato dai carabinieri forestali di Caprera, proprio per essere sceso a Cala Coticcio.

Carcangiu, volontario e responsabile locale di Plastc Free, spesso attivo al di là della sigla di appartenenza, mercoledì sera ha ricevuto una telefonata dai carabinieri forestali di Caprera, con invito a recarsi presso la caserma il giorno dopo. Lì, invitandolo all’elezione di domicilio presso un legale, giovedì hanno provveduto a notificargli che sarebbe stato denunciato da loro stessi per violazione della legge 394/1991, legge quadro sulle aree protette.

Il garbuglio di norme.

Un garbuglio di norme, che passa dalla citata legge, al dpr 17/05/1996 (Istituzione dell’ente Parco nazionale dell’Arcipelago de La Maddalena), per arrivare alla deliberazione del Consiglio Direttivo dell’ente Parco n. 17 del 04.06.2022, che disciplina le zone a tutela integrale terrestre, in cui ricade, appunto, Cala Coticcio, e terminare col disciplinare allegato alla citata deliberazione, che regola la fruizione delle zone TA. Per risultare in un paradossale esito. Davanti a decine e forse centinaia di casi documentati in cui tutte le norme di tutela della Tahiti dell’Arcipelago vengono allegramente violate da turisti più o meno consci, è stato denunciato l’uomo che, a quegli accessi e permanenze illegali poneva rimedio tenendo pulito il luogo.

L’equivoco.

L’equivoco nasce proprio dal disciplinare, emanato dopo 28 anni dall’istituzione dell’Ente parco, che ha in qualche modo fuorviato o è stato male interpretato dalla maggioranza dei residenti. E’ infatti diffusa l’opinione che, in virtù del disciplinare, i residenti non debbano accedere con la guida ambientale alla spiaggia. Idea che in qualche modo sarebbe stata rafforzata da quanto previsto dall’allegato 1 del Dpr 17/05/1996, nel quale è scritto “Sono consentiti: l’accesso ai residenti nell’area del Parco nazionale per l’esercizio dei diritti di usi civici”. Conseguenza, probabilmente, del punto 5 dell’art.11 della legge 394/1991, in cui è scritto: “Restano salvi i diritti reali e gli usi civici delle collettività locali, che sono esercitati secondo le consuetudini locali. Eventuali diritti esclusivi di caccia delle collettività locali o altri usi civici di prelievi faunistici sono liquidati dal competente commissario per la liquidazione degli usi civici ad istanza dell’Ente parco”.

L’accesso è effettivamente consentito gratuitamente ai residenti. Questo ha determinato nella popolazione la convinzione che pertanto non fossero necessarie la guida ambientale e la prenotazione della discesa in spiaggia, previste dalle regole. E basta dare un’occhiata ai social network per capire quanto questa convinzione sia diffusa tra la popolazione. A farne le spese per tutti, Carcangiu, in vista per le sue attività di volontario, per le quali si è “meritato” la denuncia alla procura della repubblica.

Carcangiu, amareggiato e preoccupato per quella che a molti appare come un’insopportabile ingiustizia, preferisce non commentare il fatto, fiducioso che la giustizia farà il suo corso.

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