Olbia dice addio alle panchine: sono scomparse pure da piazza Mercato

Olbia: addio alle panchine di Piazza Mercato

Come promesso dal sindaco di Olbia Settimo Nizzi sono scomparse le panchine anche da piazza Mercato: addio a quelle circolari che adornavano i grandi pilastri. Una delle principali piazze centrali della città. Questa decisione, parte di un più ampio intervento urbano che finora ha interessato Corso Vittorio Veneto, la passeggiata di Sos Salineddas e Piazza Matteotti con la rimozione di tutte le panchine, ha suscitato reazioni contrastanti tra residenti, commercianti e frequentatori del centro storico.

“Così non si elimina il problema

“Se il motivo è eliminare il degrado e le attività illecite, togliere le panchine non elimina il problema, lo sposta altrove. Queste persone troveranno certamente altri luoghi per radunarsi”. Tra i più critici ci sono i residenti più anziani, che vedono nelle panchine un servizio essenziale. ”Cosa faremo quando ci vorremo riposare?” chiede un anziano seduto in piazza Regina Margherita. “Togliere le panchine non risolve il problema della delinquenza, solo i controlli possono fermare questi soggetti”.

Elena è una turista, e pochi minuti prima che la incontrassi, si trovava in piazza Matteotti, dove le panchine sono state tolte da diversi giorni, per un video e farsi dei selfie. Racconta che immediatamente era stata avvicinata da un uomo che, con un italiano stentato, aveva preteso che lei gli mostrasse il video e le foto appena scattate. La donna, notando l’assenza di vigili urbani o Forze dell’Ordine nei dintorni, ha avuto paura e ha scelto di assecondare la richiesta per evitare ulteriori tensioni. L’episodio, sebbene sembri isolato, dimostra che aver rimosso le panchine potrebbe non avere generato gli effetti sperati sulla sicurezza di turisti e residenti.

Nonostante il dibattito acceso, il sindaco Nizzi sembra fermo sulle sue posizioni: “A mali estremi, estremi rimedi. Chi vuole sedersi può sempre farlo ai tavoli dei bar e dei ristoranti”. La scelta di dover pagare per sedersi, implicita nelle parole del sindaco Nizzi, è probabilmente anacronistica. Mentre i tavoli di bar e ristoranti intorno alle piazze diventano l’unica opportunità per chi cerca un momento di relax, resta la domanda se una città turistica debba subordinare il diritto di riposo alla capacità di spesa. Questo approccio rischia di penalizzare non solo i turisti meno abbienti, ma anche gli anziani, le famiglie e chiunque cerchi un momento di ristoro senza impegno economico. “Una città accogliente non dovrebbe forse garantire spazi gratuiti per il benessere di tutti?”.

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