Olbia è stata fondata dai greci, una mostra spiega la rivoluzionaria scoperta

La mostra all’aeroporto di Olbia.

Giovedì 27 febbraio, alle ore 11, all’Art-Port Gallery la Geasar e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Nuoro e Sassari con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Olbia presenteranno l’esposizione “Olbia greca”, uno straordinario viaggio nella storia più antica della città di Olbia restituisce una nuova identità dell’isola e che allunga le sue logiche in quella dell’intero Mediterraneo.

La mostra si apre con la citazione di un testo riportato sulla Guida della Grecia dello scrittore e geografo greco Pausania il Periegeta, vissuto nel II secolo d.C., che scrisse: “Giunse in Sardegna un gruppo composto da abitanti della città di Tespi e del territorio di Atene guidato da Iolao, e fondarono la città di Olbìa”.

Gli scrittori antichi tramandano quindi in termini leggendari che Olbia fu fondata da Greci capitanati da Iolao, nipote ed amante di Hèrakles (Ercole). Al racconto mitico pareva dare fede anche il nome Olbìa, aggettivo greco che significa felice, perché conosciamo altre 8 città greche con questo nome. Fino al 1994 tuttavia il sottosuolo della città non restituiva nulla di più antico della nascita dell’abitato cartaginese verso il 330 a. C., coerentemente con la visione da sempre consolidata negli studi che vedeva la Sardegna interamente pertinente al mondo prima fenicio e poi cartaginese.

Invece l’esposizione spiega dettagliatamente la ricostruzione di una scoperta e la ricerca sui reperti, inaspettati e di grande rilevanza patrimoniale e scientifica, illustrando il periodo lungo 120 anni, tra il 630 e il 510 a. C., nei quali Olbia è stata l’unica città greca della Sardegna.
Queste scoperte, rivoluzionarie non solo per la storia della città ma – sotto certi aspetti – per quella dell’intero Mediterraneo Occidentale, sono avvenute grazie alla costante opera di tutela della città antica, interamente coperta da quella odierna, tutela che la Soprintendenza ha condotto dal 1979 ad oggi sempre garantendo contemporaneamente lo sviluppo dell’Olbia attuale.

A questo argomento viene dedicata la seconda sezione della mostra, con il contributo di un video che documenta l’intensa attività di 40 anni di scavi di salvataggio. Immagini e ricostruzioni storiche di assoluto valore scientifico che mostrano come l’attuale Olbia sia collocata su una pluri-stratificazione di civiltà differenti, costituita da ben 9 fasi delle quali danno ampia lettura le sale del Museo Archeologico del comune di Olbia. La mostra sarà visitabile fino all’8 aprile 2020, ad ingresso libero, nella sala museale al primo piano dell’aerostazione in area partenze.

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