Chi è Rosa Bechere, la donna scomparsa nel giallo di via Petta a Olbia

Rosa Bechere

Il mistero della donna scomparsa a Olbia.

È un mistero quello della scomparsa di Rosa Bechere a Olbia. Un giallo, quello delle palazzine di via Petta, pieno di punti oscuri. Secondo la Procura sarebbe una coppia di vicini di casa a essere responsabile della sua sparizione e ora indagata per omicidio volontario e occultamento di cadavere. In questa macabra vicenda ci sarebbe anche un movente: quello economico.

Ma chi è Rosa Bechere e perché nessuno si era accorto della sua improvvisa scomparsa per ben 45 giorni? Questo e anche il legame con l’assassino di Antonio Cozzolino, vicino di casa ucciso in una modalità agghiacciante proprio dal compagno della donna scomparsa, Davide Iannelli, sono dei tasselli che rendono ancora più fitto il giallo. Se secondo gli inquirenti la sparizione nel nulla della 60enne non è legata all’assassinio dell’uomo che viveva nella stessa palazzina, avvenuto meno di un anno fa, diversi sono i punti interrogativi sul perché nessuno non abbia mai denunciato la sua assenza prolungata.

Su questo dettaglio è qualche vicino a dare una spiegazione. “Rosa era una persona buona e molto riservata – dichiara un conoscente che vuole restare anonimo -. Viveva da sola da quando è stato arrestato il suo compagno per l’omicidio di Tony”.

Quella di Rosa Bechere è una storia di povertà ed emarginazione che si stringe attorno al quartiere San Nicola e a quelle palazzine popolari nate intorno agli anni ’60. La donna, originaria di Genova, ha lavorato come cuoca, ma era disoccupata da tempo e viveva in quel condominio da quando frequentava il napoletano Davide Iannelli, assassino di Cozzolino. A causa della sua condizione economica incassava il Reddito di cittadinanza. Sussidio che, secondo la Procura, faceva gola ai presunti assassini. Sarebbe dunque un femminicidio di natura economica, per sottrarre alla 60enne l’assegno che percepiva ogni mese. La donna, con problemi di invalidità, aveva anche l’accompagnamento e conservava alcuni suoi risparmi dentro la sua abitazione nelle palazzine di via Petta. Ma alla coppia indagata, che si prendeva cura di lei dopo l’arresto del suo compagno omicida, si contestano anche altri episodi di violenza. I due si sarebbero procurati alcuni farmaci calmanti da somministrare alla Bechere in modo da renderla incapace di agire. Per questo motivo era stata ricoverata in ospedale poco prima della sua scomparsa.

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