Calcio, l’Olbia sostenuta a Pescara da un solo tifoso

Un unico presente nel settore ospiti.

Ci sono passioni che non si fermano davanti a nulla come quella del tifo per la propria squadra del cuore.

Freddo, pioggia, vento, caldo torrido o neve, centinaia o migliaia di chilometri, costi per viaggio e biglietto dello stadio. Ma il vero tifoso, se può, non rinuncia ad andare allo stadio a sostenere la propria squadra. È una questione di appartenenza, di identità, uno stile di vita. Il tifoso non diserta la lotta ideale con la tifoseria avversaria a suon di cori, sfottò, fischi, nemmeno in trasferta, dove c’è sempre una certa differenza numerica col tifo di casa. Perchè sostenere i propri colori dentro a uno stadio in cui si è in minoranza è una questione di orgoglio. Anche da soli.

È successo anche questo pomeriggio a Pescara, dove al seguito dell’Olbia era presente un solo tifoso – accompagnato dai 4 mori della sua bandiera -. Visto il freddo immaginiamo che abbia fatto un tifo forsennato, senza risparmiarsi, anche per scaldarsi, oltre che per la partita, sullo 0 a 0 fino ai minuti finali – ma vinta dal Pescara con un gol di Drudi al 39′ del secondo tempo -. Non siamo certi, però, che i giocatori dell’Olbia lo abbiano sentito, perché non c’è stato il consueto saluto finale generalmente riservato dalle squadre ai tifosi che le seguono in trasferta.

È la vita del tifoso. Spese, sacrifici, a volte gioie, più spesso delusioni. Ma sì, ci rivediamo domenica in curva.

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