Al Molo Brin la ristrutturazione delle ex officine Mameli
Sul lungomare di Olbia hanno preso il via i lavori di riqualificazione delle ex Officine Mameli al Molo Brin., primo passo per la realizzazione del nuovo porto turistico dedicato a mega e giga yacht, gestito dalla società Quay Royal del gruppo Zuncheddu. Un progetto ambizioso, atteso da anni, che trasformerà un’area simbolo di degrado in un polo strategico per la nautica di lusso.
Previsti inizialmente a novembre, gli interventi sono slittati a febbraio per consentire il concertone di Capodanno, che si è svolto proprio sul Molo Benedetto Brin. Ora gli operai sono al lavoro per riconvertire gli ex magazzini doganali, che negli ultimi decenni si erano ridotti a emblema di abbandono. L’edificio di 800 metri quadri, un tempo officina meccanica e deposito doganale, ospiterà i locali tecnici e gli uffici direzionali per il personale del futuro porto. L’intera area, delimitata da reti rosse e dissuasori, sarà pedonalizzata e dotata di zone relax fronte mare.
Il cantiere comporterà la perdita di circa un 100 stalli di sosta tra le ex Officine Mameli e piazza Elena di Gallura, ma i parcheggi circostanti il circolo nautico e il Museo archeologico resteranno disponibili. Per mitigare il disagio, il Comune ha reso disponibile gratuitamente l’area alla radice del viale Isola Bianca, dove è in completamento un piano interrato. “Non sono posti persi, solo spostati in via provvisoria”, aveva precisato l’amministrazione. Nel frattempo, gli stalli continuano ad essere tutti disponibili.
La concessione alla Quay Royal
La concessione trentennale alla Quay Royal copre oltre 41mila metri quadri tra terra e specchi acquei nel porto storico. L’obiettivo è inaugurare la marina nella stagione estiva 2026, puntando a fare di Olbia un hub per i “giganti del mare”, motore economico del territorio. Intanto, i lavori procederanno per 18 mesi, partendo dalla testata del Molo Brin, senza impatti immediati sui parcheggi.
Mentre il cantiere prende vita, la cittadinanza si divide tra chi vede nel progetto un volano per l’economia e chi teme marginalizzazione e speculazione. Ai timori per la compatibilità ambientale – con timori di scarichi abusivi nelle acque del golfo e drammatiche conseguenze sui mitili locali – si sommano perplessità sulla reale portata dell’indotto economico. C’è però chi rilancia: “Verranno creati anche nuovi posti barca per imbarcazioni di piccole dimensioni, una necessità per chi oggi fa fatica a trovare ormeggio alla Marina di Olbia Mare”, sottolinea un sostenitore dell’opera.
Le Officine Mameli chiudono un ciclo controverso. Per l’edificio si era pensato ad un centro polivalente, ma ora, con il progetto del nuovo porto turistico, la riconversione a servizio di quest’ultimo segna una svolta. “È il simbolo di una città che cambia pelle, puntando sulla sua vocazione marittima”, commentano fonti locali. Una metamorfosi che, tra critiche e aspettative, disegna il futuro di Olbia: non più luoghi abbandonati, ma approdi per l’economia del mare.