In crescita l’occupazione in Gallura, ma peggiorano le condizioni dei lavoratori

Il bilancio del lavoro e imprese in Gallura.

Un anno pieno di incertezze per quanto riguarda il settore del lavoro e delle imprese a Olbia e in Gallura. Da una parte la ripresa del mercato del lavoro, un segnale positivo rispetto allo scorso anno, ma dall’altra le condizioni del lavoro in peggioramento.

La ripartenza del lavoro e le vertenze aperte.

Una ripresa si può vedere soprattutto il settore del lavoro in Gallura, caratterizzato da un’offerta di tipo stagionale. “Se paragoniamo il 2021 all’anno prima della pandemia – ha affermato la segretaria di Cgil Gallura, Luisa di Lorenzo -, possiamo dire che il settore è in crescita, per quanto riguarda le presenze nel mercato del lavoro. Ciò che è peggiorata è la qualità del lavoro e questo anche nel settore della logistica. Ci sono purtroppo meno tutele, con contratti di lavoro sempre più brevi, lavoratori sfruttati e sottopagati e troppe ore di lavoro. Nel nostro territorio, poi, pesano due vertenze. Una è quella di Air Italy, dove, come sappiamo, a dispetto delle promesse governative, ci troviamo in una situazione incerta, dove 500 persone perderanno il loro posto di lavoro. L’altra è quella di Douglas, che ha coinvolto però tutto il territorio nazionale, ma pesa in una città come Olbia, dove hanno chiuso due profumerie. Colpevole è anche il covid, che ha agevolato la scelta di rinunciare ai punti vendita fisici”.

Investire per favorire una maggiore occupazione e, soprattutto, in termini qualitativi, è uno degli obbiettivi delle istituzioni locali. “La Gallura è uno delle mete più gradite dal turismo – ha proseguito Di Lorenzo -, è chiaro che la Regione e gli enti locali dovrebbero attuare delle politiche di programmazione. Ma non solo per il settore turistico. Noi ci auspichiamo che i tanti cantieri per migliorare le infrastrutture del territorio previsti possano ripartire, perché rappresentano uno dei motori dell’occupazione e dello sviluppo. Confidiamo che i fondi ricevuti, come il Pnrr e i finanziamenti per due progetti del Cipnes da 40 milioni, possano far ripartire il lavoro. E’ volontà politica battere i pugni per agire adesso quando ci sono i fondi”.

La situazione delle imprese in Gallura.

Un anno caratterizzato da instabilità, dove la pandemia ha influito negativamente sulla crescita del settore, secondo Confindustria. “Con la pandemia, per la prima volta, ci si è resi conto di come molte attività industriali, manifatturiere e dei servizi siano strettamente collegate al comparto turistico – ha detto il presidente di Confindustria Sardegna Giuseppe Ruggiu -, a partire dal settore aeroportuale e del trasporto marittimo. Inoltre, la stagione è iniziata tardissimo, con tante incertezze e soprattutto senza voli che portassero i turisti in Sardegna. Rispetto al resto del Paese, gli effetti sulla nostra economia sono stati più marcati in senso negativo, soprattutto nella ripresa, che è stata meno immediata e, come al solito, più debole rispetto al resto d’Italia”.

A essere più colpiti in Gallura il settore dei servizi e il comparto turistico, ma cresce il settore edilizia. “La nostra associazione ha dato alle aziende associate un’assistenza continua in materia di ammortizzatori sociali – ha proseguito il presidente di Confindustria -, in questo modo garantendo un supporto di altissimo livello, fondamentale e particolarmente apprezzato”. Il settore edilizia, grazie in particolare ai superbonus, si è rivelata una conferma importante. Anche se abbiamo dovuto registrare un incremento dei prezzi delle materie prime che ci preoccupa, soprattutto in riferimento a lavori già commissionati”.

Dai trasporti, alla digitalizzazione delle imprese, allo sviluppo del settore turistico. Sono tante le aspettative delle imprese per l’anno nuovo. “Dalla Regione ci aspettiamo anche un forte sostegno di organizzazione, programmazione e marketing rivolto al comparto turistico, che per la Sardegna e la Gallura rappresenta una parte importante e fondamentale di PIL – ha detto Ruggiu -. Abbiamo diversi temi, cruciali, che dovranno essere svolti e compiuti a livello regionale per poter garantire, il superamento delle ataviche condizioni di sfavore che ci tolgono competitività nei mercati e appetibilità per gli investimenti. Possiamo parlare sicuramente della partita dell’energia e della transizione energetica: stiamo partecipando in stretta collaborazione con altre associazioni di categoria, sindacati, Consorzio industriale, Provincia, Area metropolitana e Comuni a un’azione molto importante presso i ministeri per una maggiore chiarezza e tutela del mercato isolano, al quale vanno garantiti gli stessi costi che hanno le aziende della Penisola. Al contempo, abbiamo chiesto un intervento urgente su infrastrutture ferroviarie e stradali che devono collegare tutta la Sardegna con rapidità e sicurezza. Ma anche una nuova attenzione per la chimica verde e per l’area di crisi industriale complessa di Porto Torres, tenendo conto della recente iniziativa di creazione delle Zes”.

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