Rischio idrogeologico, il progetto per Olbia contro le alluvioni

Il progetto contro le alluvioni a Olbia.

Sarà pronta entro un anno la variante del Pai di Olbia. E si tratta di uno studio accurato contro il rischio idrogeologico di Olbia. Così viene presentato il progetto che salvaguarderà la città dalle alluvioni.

Il nuovo Pai di Olbia.

Il piano firmato Technital si trova già in una fase avanzata. “Abbiamo redatto già lo studio di fattibilità – dichiara il sindaco di Olbia Settimo Nizzi -. Questo progetto avrà ora bisogno di 5 o 6 mesi massimo per essere preparato e poter cominciare la gara già nel giro di un annetto”.

Nella nuova variante presenti numerosi interventi su tutti i fiumi della città. Tuttavia, gli interventi sui canali nel nuovo progetto redatto da Technital ci sono. C’è l’abbattimento di ben 20 ponti, l’allargamento degli argini e l’abbellimento di tutte le zone attorno lungo i corsi d’acqua. Verranno realizzate darsene, permettendo di poter passeggiare accanto ai fiumi e si potranno navigare. Torna anche il recupero dell’area dell’ex Artiglieria. Un parco fluviale che partirà dal riu Siligheddu, che sarà navigabile fino al Ponte Tre Venezie.

“È prevista la rimozione di 20 ponti – dichiara l’ingegnere Simone Venturini -. Tuttavia, ridurranno il rischio idrogeologico, poiché si tratta di opere incongrue e pericolose. Verrà abbattuto quello a tre archi sotto la rotonda di via Umbria, che è stato tombato. Diventerà più alto”. Saranno ricostruiti anche i viadotti delle ferrovie, che passano sopra il rio Zozò e San Nicola. “ Da 80 centimetri di altezza, il ponte sul San Nicola diventerà di 2,70 e 24 metri di larghezza”, dichiara Venturini. Anche il ponte tappo sul rio Siligheddu sarà innalzato e allargato.

Tuttavia, non basta abbattere i ponti per salvare la città da un’eventuale tragedia come quella verificatasi nel 2013 e successivamente nel 2015. La grande rivoluzione sarà la creazione di un canale scolmatore, che sostituirà le vasche di laminazione proposte dal Piano Mancini dentro la città.

Gli espropri per realizzarlo saranno 180 mila contro un 1 milione proposti dal piano Mancini e i cantieri saranno fuori dalla città. “Saranno minimi perché lo realizzeremo a monte – prosegue Venturini -, poiché nel nostro studio abbiamo preso in considerazione la situazione delle piene fuori dalla città secondo uno studio più accurato”. Il canale di gronda intercetterà tutti i fiumi in città, portando l’acqua al Padrongianus, anziché in mare. Lo scolmatore porterà, quindi, via 2/3 dell’acqua. Si tratta di un progetto simile a quello che fu realizzato a Genova. Mediante una galleria sotterranea si consentirà la raccolta della piena dei corsi d’acqua.

Il costo per mettere in sicurezza il rio Siligheddu e Gadduresu sarà di​100 milioni di euro. “Per rilasciare acqua nel Padrongianus – spiega -, faremo un’opera di scarico meandriforme, i sedimenti si depositeranno là anziché nel mare. Grazie al nostro studio, si ridurrà la portata d’acqua del 72% contro il 26% del piano Mancini. Abbiamo fatto un progetto avanzatissimo primo comune in Sardegna, studiando intero territorio comunale di Olbia, attraverso uno uno scanner laser per l’approfondimento diagnostico del comune”.

Solo la prima parte, infatti, è formata da 2000 documenti. Anche i più piccoli segni sul terreno e i 600 ponti sono stati studiati. Viadotti che con la cartografia si vedevano poco. La ditta che ha vinto la gara per l’adeguamento del piano è andato sul posto. “Questa variante prende in considerazione le modifiche al territorio che dal 2015 a oggi sono occorse – aggiunte Venturini -. Una mappatura a 4 punti, la più precisa in Italia i dettaglio tecnico avanzato. Abbiamo simulato quando l’acqua si propaga. Rispetto al piano Mancini abbiamo esteso la modellazione fino a monte”.

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