Violenza sulle donne, un 2024 nero per la Gallura

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La violenza sulle donne in Gallura e in Sardegna è in crescita.

In Gallura, come in Sardegna, la violenza contro le donne è un allarme sociale. Il 2024 è stato l’anno peggiore nell’Isola con 8 donne uccise. Figli e mariti sono stati i maggiori responsabili dei femminicidi nella regione, con un aumento di oltre il 200%. Solo nel territorio gallurese nel 2024 ci sono state 144,73 denunce ogni 100.000 abitanti riguardo ai reati previsti dal codice rosso, ovvero che riguardano la violenza di genere. 

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Boom di denunce in Gallura.

Sono, infatti, 230 le denunce delle donne nel 2024 e 429 in soli due anni, vittime sopratutto di violenza tra le mura domestiche, come ha reso noto il procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, durante la conferenza stampa sul bilancio della Procura dell’anno scorso. La violenza contro le donne è il fenomeno più frequente nei comuni della Gallura, con soli tre magistrati che si occupano di 100 casi a testa a Tempio. In Gallura sono state 110 le misure cautelari inflitte su 230 denunce, di cui 30 uomini sono finiti in carcere.

L’aumento delle denunce sono da interpretare da una parte come un fenomeno positivo, che indica la maggior fiducia delle donne verso le istituzioni e dalla presenza di due centri antiviolenza in Gallura, come ricorda lo stesso procuratore. 

Tuttavia, è anche da leggere come un dato preoccupante, che mostra, purtroppo, quanto è frequente la violenza sulle donne in un territorio di poco più di 150mila abitanti, senza contare il sommerso, ovvero tutti quegli abusi che restano ”coperti” dal silenzio perché non denunciati. Nonostante la crescita delle denunce, infatti, le resistenze culturali nel dichiarare di subire di reati legati alla violenza di genere, come anche le ritorsioni contro le vittime, sono ancora tante in Gallura, come spesso avviene nelle comunità più piccole. 

Otto femminicidi in Sardegna nel 2024.

Il 2024 è stato un anno nero in Sardegna per quanto riguarda il numero dei femminicidi, mentre in Gallura e nella provincia di Sassari non si è consumato nessun omicidio. Tuttavia, si sono verificati diversi tentati femminicidi nel territorio e altri gravi fatti di violenza domestica. L’ultima vittima di femminicidio nell’Isola è stata Marisa Dessì (82 anni), uccisa assieme al marito Luigi Gulisano(79) dal figlio Claudio Gulisano, per ragioni economiche, a Cagliari. Maria Esterina Riccardi (84) è deceduta dopo il ricovero ospedaliero a causa dei colpi di fucile inferti dal figlio Roberto Gleboni, che nel mese di settembre ha ucciso la moglie Giusy Massetti (43), i figli Martina (25), il fratellino Francesco e il vicino di casa Paolo Sanna, a Nuoro. Prima di questa strage si sono verificati altri tre femminicidi nella Sardegna meridionale. Ignazia Tumatis (59) è stata uccisa dal marito Luciano Hellies (77) nella sua casa a Cagliari per gelosia. Francesca Deidda (43) è stata uccisa in provincia di Cagliari dal marito, mentre Maria Atzeni e Maria Dolores Cannas sono state uccise dai loro figli. 

Calano i femminicidi in Italia, ma in Sardegna sono in crescita.

Stando ai dati riportati dall’osservatorio nazionale “Non una di meno” in Italia nel 2024 ci sono stati 98 casi accertati di omicidi di donne, di cui 50 casi sono stati compiuti dal marito/convivente e 14 casi da parte dell’ex partner. Più della metà degli omicidi di donne, dunque, sono un femminicidio commesso da una persona legata sentimentalmente, rispettivamente 64 casi totali. Secondo lo stesso portale i casi potrebbero essere 114. Secondo il sito FemmincidioItalia.info, circa 34 casi sono avvenuti presumibilmente a causa della violenza domestica e per motivazioni “di genere”. La Sardegna è l’ottava regione per numero di femminicidi, con dati in forte aumento (oltre il 200%) rispetto a quello nazionale, che invece è in lieve diminuzione (un calo dell’8%). Al primo posto tra gli autori di femminicidio nella regione ci sono i figli, seguiti dai mariti e padri. 

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