Sei anni dopo il ciclone Cleopatra, piano anti-alluvione fermo ed ennesimo rinvio al processo

Fermo il piano anti-alluvione.

Nel giorno in cui Olbia ricorda la tragica alluvione del 2013, sono ancora incerte le sorti sulla sicurezza della città, e impuniti gli eventuali responsabili di tanta distruzione.

Solo un anno fa Carolina Serreri, che nella tragedia perse il marito Francesco e il figlioletto Enrico, chiedeva che venisse fatta giustizia. La paura era quella che gli interessi riuscissero a mettere tutto sotto silenzio. Un anno che è passato senza risposte, un anno più vicino alla prescrizione.

Il processo è fermo all’ennesimo rinvio, il terzo in due mesi. A Tempio, infatti, è in corso dal 30 settembre uno sciopero ad oltranza degli avvocati, che proprio questa mattina dovrebbero riunirsi, per decidere se proseguire la protesta. La data della prossima udienza, se si terrà, è fissata al 16 dicembre.

Si tratta del processo d’appello per disastro colposo e concorso in omicidio colposo. Il procedimento vede imputati l’ex sindaco di Olbia Gianni Giovannelli e alcun dirigenti del Comune. Tutti erano stati assolti con formula piena nel processo di primo grado. Deve invece rispondere solo della responsabilità civile un funzionario della Provincia.

Mentre si attende che la giustizia faccia il suo corso, a Olbia, in questi sei anni, poco o nulla è cambiato in termini di prevenzione e sicurezza. Come denunciammo un anno fa, i punti di criticità rimangono invariati e manca un’opera di risanamento effettiva che scongiuri definitivamente nuove tragedie.

Il piano anti-alluvione resta vittima dei battibecchi politici. Il piano Mancini, studiato all’indomani dell’alluvione, non ha mai preso il via, ostaggio di una bagarre politica che ne ha contestato la validità. Il sindaco Settimo Nizzi, una volta succeduto a Giovannelli, ha presentato il progetto alternativo dello studio d’ingegneria Techital. Entrambi sono fermi ai blocchi di partenza, mentre il rischio è che i finanziamenti stanziati sfumino, a causa delle lungaggini politiche e burocratiche.

Intanto, fra un’allerta meteo e l’altra, Olbia ricorda le sue vittime e trema ogni volta che l’acqua riempie i torrenti.

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