Silenzio sulla nuova compagnia aerea sarda, Li Gioi: “Ora servono i fatti”

Le dichiarazioni.

“Non c’è più tempo da perdere. Le roboanti promesse fatte da alcuni autorevoli esponenti della giunta devono tradursi in azioni concrete immediatamente. Cosa sta facendo la Regione Sardegna? A che punto sono le interlocuzioni per la costituzione di una compagnia aerea a partecipazione regionale? Vogliamo risposte nel più breve tempo possibile. La trattativa in corso deve essere portata all’attenzione del Consiglio regionale evitando in ogni modo l’opacità riscontrata ad esempio nella vicenda che riguarda la continuità territoriale aerea”.

Questa la richiesta del consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, vice presidente della Commissione Trasporti, in questa triste giornata: “Oggi i liquidatori di Air Italy hanno comunicato ai sindacati l’apertura della procedura di legge che regola il licenziamento collettivo per i dipendenti della compagnia. L’incubo sta diventando realtà e la politica ha il dovere di agire subito, di non sprecare il poco tempo rimasto a disposizione per evitare che queste alte professionalità, finito il periodo di cassa integrazione, rimangano sulla strada”.

Per i dipendenti di Air Italy si va verso il licenziamento collettivo

“Ci aspettiamo – sottolinea Li Gioi – che l’assessore alla Programmazione Fasolino rispetti l’impegno preso con le maestranze, e come dichiarato lo scorso 12 febbraio durante l’incontro svoltosi nella sede della Provincia di Olbia-Tempio, si metta a lavorare “ventiquattro ore su ventiquattro per dare risposte concrete” ai lavoratori. In quell’occasione era emersa la volontà della giunta di percorrere più strade nella ricerca del partner più affidabile con il quale costituire una nuova compagnia con la partecipazione della Regione al 51% non fermandosi all’opzione Qatar, miseramente e per fortuna tramontata mezz’ora dopo il termine dell’incontro”.

 “L’assessore Fasolino passi definitivamente dalle parole ai fatti. Seicento famiglie galluresi stanno vivendo un terribile dramma, il rispetto della loro dignità di lavoratori non può essere ulteriormente calpestato da promesse fini a se stesse”. 

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