Picchiò e stuprò una 15enne, condannato 30enne di Arzachena

Le botte e poi lo stupro in un paese vicino ad Arzachena.

Uno dei casi di stupro più efferati, avvenuto vicino ad Arzachena, si è oggi chiuso con una condanna. Aveva picchiato e violentato una ragazza di soli 15 anni dentro un garage in un paese in Gallura, ora un cagliaritano residente ad Arzachena è stato condannato. Il giudice gip di Tempio Pausania ha inflitto 5 anni di reclusione a William Loddo, con rito abbreviato più il risarcimento di 10mila euro a favore della vittima minorenne, attirata in un garage e presa a botte per stuprarla.

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Il pm Alessandro Bosco aveva chiesto per il 30enne una condanna di 9 anni di reclusione, che sono stati ridotti a 6 per il processo con rito abbreviato, mentre il legale aveva chiesto per la ragazzina un risarcimento di 259mila euro. Poi il giudice ha deciso di mitigare la condanna a cinque anni di reclusione, ma è stata rifiutata la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa, poiché il giovane è stato valutato capace di intendere e volere al momento dei fatti. Loddo sta scontando la sua pena agli arresti domiciliari.

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I fatti.

I fatti risalgono al dicembre del 2022 quando la ragazza, allora 15enne, è stata trascinata in un garage e picchiata per essere violentata dall’imputato. Secondo la ricostruzione, William Loddo aveva chiesto alla vittima di uscire dal bar e accompagnarlo a comprare delle sigarette, poco distante dal locale.

La ragazzina si era fidata poiché conosce benissimo il giovane, amico di famiglia, e lo aveva seguito. Una volta arrivati in una stradina buia l’ha spinta in un garage per abusare sessualmente di lei e incontrando la resistenza della vittima, l’ha presa a pugni e le ha sbattuto la testa a terra per tramortirla e mettere in atto lo stupro.

Un’aggressione efferata, tanto che la 15enne, riuscita a difendersi e fuggire via, è tornata di corsa nel locale piena di sangue e con la maglia strappata, riuscendo a raccontare tutto alla famiglia malgrado le minacce del 28enne per non farle rivelare che è stato lui. Da lì è partita la denuncia, ma Loddo si è difeso sostenendo ancora che erano stati aggrediti da tre sconosciuti. Una ricostruzione che non è stata reputata credibile già dall’inizio.

Il caso aveva suscitato parecchia indignazione in Gallura, sia per un fatto così cruento che ha coinvolto come vittima una minore, sia per le polemiche riguardo a diverse persone vicine al condannato, che avevano messo in dubbio la credibilità della 15enne, in quel fenomeno che prende il nome di “vittimizzazione secondaria”.

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